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Alla chitarra Vinnie Moore


di Lorenzo Cavalca
[interview – english version]

Vinnie Moore

Vinnie Moore

Un altro grande chitarrista americano si esibirà sul palco del Borderline: Vinnie Moore suonerà infatti presso il locale di via Vernacini il 20 novembre accompagnato da musicisti italiani. Moore non è conosciuto al grande pubblico come Slash o The Edge: dopo l’esordio con la band dei Vicious Rumors la carriera dell’artista è infatti proseguita con una serie di album strumentali nei quali l’heavy-rock si accostava alla fusion e al jazz. Si tratta di opere “accolte” da una ristretta fetta di pubblico (anche se il primo “Mind’s Eye” ha venduto più di 200.000 copie nei soli Stati Uniti) ma apprezzate moltissimo dai musicisti per i quali Vinnie Moore è diventato un punto di riferimento. Dalla prima metà degli anni Zero Vinnie ha affiancato alla carriera solista quella con la storica band inglese degli UFO, ma lasciamo che sia Vinnie a raccontare la sua storia in questa suo secondo concerto a Pisa.
«Sì in effetti è la seconda volta che suono dalle vostre parti. La prima volta non ho visto granché sono stato a Pisa solo per un paio d’ore. Spero questa volta di avere un po’ più di tempo e di fare un bel giro per la vostra meravigliosa città.»

La data pisana fa parte di un tour europeo. Nelle pause tra concerto degli Ufo e l’altro non ce la fai a stare con le mani in mano?
«È verissimo. C’era questa “finestra” nella fitta agenda dei tour degli Ufo e mi sono detto perché non organizzare una serie di date in Europa per suonare la mia roba? Le canzoni dei vecchi dischi. Brani più recenti. Ed eccomi qua.»

Il tuo ultimo album  “To the Core” è stato pubblicato nel 2007. Hai già in mente se e quando potrai lavorare sul successore? Pensi di esplorare nuove sonorità rispetto a quanto hai fatto negli album precedenti?
«Non saprei proprio, è ancora tutto in alto mare. Al momento sono impegnatissimo con gli UFO e sono riuscito a ritagliarmi lo spazio per questo tour europeo. Mi piacerebbe mettere su un band e andare in giro a suonare non solo i pezzi strumentali ma anche quelli più tradizionali, quelli con voce e testi per intendersi. Vedremo

“Mind’s Eyes”, pubblicato dalla Sharpnel Records nel 1986 è considerato uno dei capisaldi dell’heavy-rock strumentale. Ti sei reso conto, quando registravi ed eri in studio, che stavi componendo quello che sarebbe stati considerato un capolavoro?
«La risposta onesta è….assolutamente no. Avevo 20 anni, per me era già il massimo poter comporre, avere l’ispirazione e scrivere e registrare delle tracce che consideravo valide. »

Sei ancora in contatto con Mike Varney (boss della Sharpnel Records e scopritore di talenti come Marty Friedman Tony MacAlpine, Yngwie Malmsteen NDR)?
«Sì l’ultima volta che l’ho visto è stata qualche settimana fa quando è venuto a trovarmi dopo il concerto degli Ufo a Santa Rosa.»

Il tuo esordio nel mercato discografico è stato “Soldiers of the Night”, l’album di debutto della heavy band Vicious Rumors. Come era suonare in quel periodo e perché poi tu e la band avete intrapreso strade diverse?
«Sono stato poco nel gruppo, circa due anni, ma non ho che ricordi bellissimi di quel periodo: i primi concerti, i tour, l’uscita del disco. Era fantastico.
La separazione non è stata niente di traumatico. Ci siamo lasciati per il fatto che i miei gusti e aspirazioni musicali erano diversi dai loro. Tutto qua.»

Hai un sistema di riferimento quando componi una canzone o registri gli assolo?
«Non saprei. Quando mi viene un’intuizione per una canzone, la registro nello studio di registrazione che ho a casa. Continuo poi a registrare le idee su come sviluppare la canzone. Quando  il materiale è piuttosto consistente e mi piace inserisco le tracce della batteria. Da questo punto in poi comincio a lavorare sul “pezzo”. Non so se è un sistema di riferimento, ma è quello che faccio ah ah ah. Per gli assoli niente pianificazione: è emozione in musica!»

Oltre ad aver fatto parte dei Viciuous Rumors, ad avere avviato una proficua carriera solistica ed essere entrato a fare parte degli UFO, hai ancha collaborato con Alice Cooper. Come è stato?
«Sì ho partecipato alle registrazioni e al tour di “Hey Stoopid”. Devo dire che Alice è un vero personaggio e un vero signore: mi sono divertito tantissimo.»

Dal 2004 fai parte degli UFO. Come sei entrato in contatto con i membri della band?
«Semplice. Stavano cercando un chitarrista (dopo l’abbandono di Michael Shenker NDR) e mi hanno chiesto di inviare loro un CD con alcune delle mie canzoni. Ho spedito loro il CD e ho ottenuto il posto ah ah ah.»

Sei un chitarrista piuttosto diverso per stile e impostazione tecnica rispetto ai musicisti che hanno imbracciato la sei corde per la storica band inglese. Come ti trovi a suonare le partiture scritte da Michael Schenker e Paul Chapman (i musicisti che prima di Moore si sono alternati nel ruolo di chitarrista ritmico e solista nella band NDR) e quali credi che sia il tuo maggiore contributo alla musica e alle esibizioni della band?
«Hai ragione siamo diversi, ma mi piace lo stesso suonare la roba vecchia, è divertente e stimolante per me. Di norma suono le note e gli accordi più importanti, quelli che servono per far riconoscere la canzone, e poi improvviso un sacco. Riguardo alla seconda parte della domanda credo che il mio contributo maggiore sia la mia spettacolare presenza durante gli show ah ah ah e, a parte gli scherzi, il mio contributo in fase di composizione

I progetti futuri di Vinnie Moore quali sono?
«Andare finalmente un po’ in vacanza e rilassarmi!»

Il prezzo del biglietto è 15 euro.

Vinnie Moore – 20 novembre (22:30) Borderline (via Vernaccini 7 Pisa)

 

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