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Tuttomondo – Murale di Keith Haring


Pisa ospita un gioiello della Pop-Art: Tuttomondo, la più grande opera pubblica dell’icona newyorkese Keith Haring, un murale in tempere acriliche di 180 metri quadri che riveste l’intera parete dell’ex convento adiacente alla Chiesa di Sant’Antonio, a un passo da Piazza Vittorio Emanuele. Realizzato in una settimana nel Giugno 1989, il vivacissimo murale Tuttomondo è una rappresentazione dell’umanità e della pace nel mondo in 30 allegre figure stilizzate: la madre con il bambino, “l’omino” con le ali, la testa-televisione, le forbici umanizzate che tagliano il serpente, archetipo del male. Il titolo fu scelto in italiano da Haring.

Il murale è una testimonianza straordinaria per vari motivi: i colori hanno tonalità più sfumate delle altre opere, per richiamarsi ai palazzi pisani e alle tonalità della città, e, soprattutto è l’unica opera pubblica di Haring rimasta in Italia: il graffito sullo zoccolo del Palazzo delle Esposizioni a Roma è stato eliminato dalle opere di “restyling” dell’edificio, un altro graffito lungo la linea della metropolitana A sempre della Capitale posto sulle pareti del ponte Pietro Nenni è stato cancellato nel 2001, gli interni del negozio Fiorucci a Milano sono stati “staccati” e  venduti all’asta. È  l’unico intervento che Haring concepì come permanente e non effimero, scegliendo delle tempere acriliche che conservassero la qualità dei colori nel tempo e fossero facilmente recuperabili un domani. Tuttomondo è considerato il testamento spirituale di Haring, scomparso per AIDS a soli 31 anni nel Febbraio 1990, pochi mesi dopo avere lasciato un inno alla vita proprio su quel muro pisano.

Tuttomondo è stata anche un’esperienza indelebile per molti cittadini che furono coinvolti: il parroco lungimirante che accettò di ospitare l’opera senza conoscerne il contenuto, l’assessore combattivo, i bambini che disegnarono con Haring, i molti curiosi che si avvicinarono da spettatori e finirono per aiutare, tutti coloro che hanno documentato l’evento con le loro fotografie e gli studenti e gli artigiani della Caparol (la ditta che fornì le vernici e sponsorizzò il lavoro) che aiutarono a colorare.

Purtroppo il passare del tempo, gli agenti atmosferici e l’inquinamento stanno danneggiando l’opera: i colori cominciano infatti a sbiadirsi. È  aperto il dibattito sull’intervento di restauro e si auspica che istituzioni locali, privati e Fondazione Haring provvedano a tutelare questo bene.


Foto pubblicate per gentile concessione di Edizioni ETS e tratte dal libro Keith Harring a Pisa. Cronaca di un murales. © Edizioni ETS, © Antonio Bardelli, © CippiPitschen, © Estate of Keith Harring

Lo sapevate che:

Pittore e writer statunitense Keith Haring (1958-1990) è tra gli artisti più rappresentativi della Pop-Art e del graffittismo di frontiera: conosciuto in tutto il mondo per le sue figure colorate, stilizzate e vivacissime, ha fortemente influenzato col suo estremo minimalismo l’arte e la grafica moderna. Figlio di un disegnatore collaborò fin da giovane con artisti e performer quali Madonna, Grace Jones, Bill T. Jones, William Burroughs, Yoko Ono e Andy Warhol.
Artista dell’effimero che dipingeva a spray su materiali urbani e supporti di nessun valore (la sua popolarità iniziò con i “Subway Drawings”, veloci disegni in gesso sui pannelli pubblicitari vuoti nei sotterranei della metropolitana), divenne presto uno dei più importanti esponenti della cultura pop americana degli anni Ottanta, ricevendo commissioni da musei e città di tutto il mondo (San Paolo, Londra, Parigi, Berlino, Tokio…). Tale è la sua popolarità che molti dei suoi lavori sono stati rubati dalla loro collocazione originaria e venduti ad aste e musei.
Grazie anche alla capacità di comunicare in maniera immediata con la semplicità dei suoi segni, l’immaginario di Haring è diventato un linguaggio visuale universalmente riconosciuto del ventesimo secolo. Tuttomondo nacque dal casuale e fortunato incontro a New York fra l’artista e l’allora giovane studente pisano Piergiorgio Castellani, oggi produttore di successo dell’omonima azienda vinicola pisana: i due si incontrarono all’East Village, lo studente riconobbe l’artista, l’artista lo invitò l’indomani al suo laboratorio e da lì nacque la proposta di realizzare una sua opera anche in Italia…

 

Tuttomondo, il Murale di Keith Haring
Angolo tra Piazza Vittorio Emanuele II e Via Massimo d’Azeglio.
Il murale è sempre visibile


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