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Mr Big Paul Gilbert


di Lorenzo Cavalca
[interview – english version]

Paul Gilbert a Pisa il 26 novembre 2011

Paul Gilbert e la sua sei corde a Pisa il 26 novembre 2011

Pisa sembra avere un rapporto preferenziale con Paul Gilbert, straordinario ed eclettico chitarrista americano. Dopo le date del 2007 e del 2009 l’artista sarà infatti ancora a Pisa e suonerà al Borderline il 26 novembre. Un passato “underground” nel RacerX, una fulgida carriera solista alle spalle e un presente con i Mr Big dopo la separazone dal gruppo a metà degli anni ’90, lo scioglimento della band che ha venduto milioni di dischi con il primo omonimo album, “Lean Into It” e “Bump Ahead” e raggiunto le vette delle classifiche dei singoli con “To Be With You” (numero 1 negli USA), “Just Take My Heart” e “Wild World” (cover del brano di Cat Stevens). Il concerto pisano di Gilbert è l’occasione per scambiare quattro chiacchiere con il simpatico funambolo della sei corde, che pur essendo un musicista di fama mondiale ha ancora l’attitudine a non prendersi troppo sul serio.
Allora Paul, suoni di nuovo a Pisa. Per il concerto hai in programma qualche novità?

 

«Pisa sembra essere una fissa vero? Sono già stato nella vostra città, e in Italia, innumerevoli volte. Conservo ancora splendidi ricordi del pubblico, della Torre delle altre bellissime chiese e del centro storico (grande! NDR) e ovviamente del vostro cibo. Novità? Beh l’obiettivo è sempre  quello di fare un buon concerto e di suonare bene con la mia chitarra. Tutto il resto è un bonus!»

Sei nel pieno di un tour italiano di seminari musicali e concerti. Di che cosa si tratta esattamente?

«Mi piace un sacco fare queste date, così facendo ho l’opportunità di suonare con musicisti locali non ancora famosi. Funziona così.Scelgo una dozzina di brani e poi mi metto d’accordo con un bassista e un batterista diverso per ogni città in modo che memorizzino e imparino le tracce. Proviamo le canzoni durante il sound check e poi via con lo spettacolo. Così ogni seminario è un concerto e ogni concerto una sorta di seminario. Con me c’è anche mia moglie Emi che è una grande pianista e dal vivo suona le tastiere. Tra una canzone e l’altra  condivido con il pubblico le mie idee e i miei segreti musicali

Sei un grande fan dei Beatles e di tutte le storiche band degli anni ’60 e ’70. In che modo questa passione ha influenzato la tua fase di composizione per gli album dei Mr Big e per quelli della tua carriera solista?

«Beh sono certo che tutti i cori e le grandissime melodie dei Beatles girano sempre nel mio subconscio e che sono la base della musica che scrivo. Non ascolto però solo i Beatles ma moltissima altra musica, così ho una grande varietà di idee da cui trarre ispirazione ah ah ah.»

La tua passione per il rock anni ’70 ti ha portato a creare anche una serie di cover band insieme ad altri grandi musicisti come Gary Cherone (Extreme), Dave La Rue (Dixie Dregs, Joe Satriani), Mike Portnoy (ex-Dream Theater) e molti altri. Quanto ti piace suonare i classici di Beatles, Who e Led Zeppelin?

«Non puoi immaginare quanto! Sì ho fatto una serie di concerti-tributo a band storiche comne Beatles, Who, Led Zeppelin, e Rush. Da grande fan di questi gruppi, il divertimento che si ha nel suonare le loro canzoni è veramente impagabile. Per quanto riguarda Mike Portnoy, non ha preso parte ai concerti. È un grande batterista ma anche un grande organizzatore, e come tale si è occupato di allestire alcuni di questi show.»

ll tuo ultimo album solista “Fuzz Universe” è del 2010, è ancora troppo presto per pensare a un successore?

«Direi di sì ma ho comunque un sacco di idee, ho solo bisogno di una pausa, di terminare i tour così posso decidere come metterle in pratica e che direzione dare alla mia nuova musica.»

Cosa è accaduto nel 1997 quando hai lasciato i Mr Big allora all’apice del successo?

«Avevo composto un bel po’ di canzoni che, come dire, non c’entravano molto con lo stile dei Mr. Big. Io desideravo far ascoltare al pubblico la mia musica e vedere che tipo di reazione avesse. Così ho optato per la carriera solista, ma mi è sempre piaciuto suonare nei Mr.Big.»

Infatti nel 2009 è arrivata la reunion con la formazione storica del gruppo. La band ha completato un tour mondiale, ma mi pare che al tempo non ci fosse l’idea di registrare anche un album. Le cose allora devono aver funzionato visto che l’album (“What if…”) è poi uscito nel 2010. Il tuo ritorno nei Mr. Big è legato a qualche condizione particolare?

«Nessuna condizione se non quella di divertirsi suonando insieme e fino ad ora è quello che è accaduto. Abbiamo completato un nuovo tour quest’anno e siamo ancora “on the road”:a dicembre abbiamo organizzato degli show in Indonesia.»

All’inizio della tua carriera facevi parte dei Racer X. Come era solcare i palchi a metà anni ’80 e perché Bruce Bouillet (l’altro chitarrista della band) non è coinvolto nella reunion e nei tour della band?

«Gli anni ’80, che tempi…mi ricordo che all’inizio eravamo una band sconosciuta. Dopo però una manciata di spettacoli a Los Angeles cominciarono a conosceri in molti e a breve diventammo la più grande band della metropoli. Non ti puoi immaginare la mia soddisfazione e incredulità per me che provenivo da una piccola cittadina della Pennsylvania. Tutti i ragazzi della band sono oggi miei amici. Ho lavorato con Bruce un sacco di volte per i miei album solisti:per esempio ha coprodotto il mio primo LP e ha suonato la chitarra nel secondo. Era in tour con me quando ho partecipato al G3 di Joe Satriani.  I Racer X hanno fatto solo un tour per la reunion e onestamente non mi ricordo perché Bruce non c’era, ma di sicuro non è successo niente di drammatico. Probabilmente era impegnato nel fare altro.»

Oltre a Beatles, Who e Led Zeppelin quali altri sono i gruppi che ti piacciono e i chitarristi che ti hanno influenzato?

«Qualsiasi band tra il 1964 e il 1984 ah ah ah…dai Beatles ai Van Halen e tutto quello che c’è nel mezzo. Tra i chitarristi mi piacciono Robin Trower, Pat Travers e Frank Marino. Di recente ho scoperto Eric Johnson: è veramente un grande, mi piacciono molto come anche i blues-man Magic Sam, Earl Hooker e Big Bill Broonzy. Sono veramente troppi gli artisti da citare. Considera che sono poi un ascoltatore onnivoro: ascolto jazz, musica cliassca, funk e Melody Gardot (cantante jazz americana NDR), il suo ultimo album è straordinario.»

Rispetto agli anni ’90 il music-business è cambiato parecchio: c’è stato Napster, sono arrivati i servizi Peer to Peer, è esploso l’hip-hop che domina le classifiche e le rock band sono quasi scomparse dalle classifiche. Ti piace la musica di oggi? E credi che i Mr. Big e la tua carriera siano “adatti” allo scenario musicale attuale?

«Onestamente non ho idea se sono adatto o meno o se lo siano i Mr.Big. Non credo sia un fattore determinante. Credo che quello che conti sia fare uno spettacolo grazie al quale la gente possa divertirsi e scatenarsi. Penso che la musica moderna, con tutta questa roba pesantemente “editata” in studio e arrangiata al computer sia comunque interessante perché suona diversa da qualsiasi altra cosa si sia ascoltata prima. Voglio dire gli accordi alla fine sono sempre gli stessi, ma le performance vocali e la produzione si sono evoluti in modo pazzesco. Se da ragazzo avessi ascoltato Katy Perry, Lady Gaga o Usher, sarebbe stato un vero sballo. Il problema della musica contemporanea è che gli spettacoli dal vivo finiscono sempre con l’essere deludenti. La parte visiva è certamente grandiosa, ma  le canzoni fatte da ritornelli ed effetti realizzati al computer non possono essere riprodotte dal vivo con la stessa efficacia e lo stesso suono. Per questo molti artisti di oggi utilizzano tracce pre-registrate durante i concerti: ma questo non è “live”! Tutti i chitarristi che ho ricordato sono grandi perché nei concerti sono ancora più eccitanti di quanto appaiono negli album realizzati in studio. Puoi immaginare la stessa cosa per Usher? Con questo non voglio mancare di rispetto a tutti gli artisti contemporanei e alle loro opere. Fanno delle perfette hit e a me piace sempre ascoltare la buona musica pop.»

I tuoi programmi futuri?

«Voglio approfondire ancora di più la mia conoscenza della chitarra che è uno strumento molto impegnativo e stimolante e rende la mia vita interessante e…profittevole. Se non l’avete mai fatta provate a strimpellare un po’. È fantastico!»

 

Paul Gilbert – 26 novembre (ore 23:00) Borderline

Biglietto: 20 euro

Per informazioni
Borderline Club (via Vernaccini 7 Pisa)
Tel. 050 580577
e-mail: [email protected]

Paul Gilbert
web www.paulgilbert.com

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