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Le geometrie tattili di Pollock


"Alchemy" di Jackson Pollock

“Alchemy” di Jackson Pollock

Nuovo contributo di primaria importanza per un istituto di ricerca cittadino all’arte: Il Visual Computing Laboratory dell’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Isti-Cnr) di Pisa si è occupato dell’indagine diagnostica tridimensionale dell’opera del pittore americano Jackson Pollock. Il risultato è stata una mostra unica nel suo genere, in esposizione a Venezia, in collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure e con la Collezione Peggy Guggenheim dal titolo Alchemy. Mediante l’utilizzo di tecnologie di scansione 3D e di elaborazione di modelli digitali tridimensionali, è stato possibile misurare, visualizzare, mappare e riprodurre con incredibile dettaglio l’opera di Jackson Pollock, evidenziandone le peculiarità, al di là della celebre microstuttura a frattali per la quale è divenuto celebre. Il pittore americano è infatti famoso per materiali e metodi di applicazione tradizionali rivisitati con personali tecniche totalmente anti-convenzionali. L’indagine scientifica è stata concepita proprio per offrire un approfondimento di questi aspetti.

L’obiettivo della ricerca è stato infatti quello di tracciare una mappa tridimensionale ad alta risoluzione della geometria del quadro, impiegata quale documentazione metrica scientifica, adatta a misurare, studiare ed analizzare la struttura materica del dipinto. I ricercatori dell’Isti-Cnr hanno scansionato l’opera in un tempo di quattro ore, raccogliendo ed elaborando un modello 3D composto da 80 milioni di triangoli, con un dettaglio di risoluzione pari ad un decimo di millimetro.
Il direttore del laboratorio, Roberto Scopigno, afferma a tal proposito: “La scansione in 3D è solo la prima fase della riproduzione tridimensionale dell’opera di Pollock perché una volta acquisiti i dati grezzi, è stato il nostro software a ricomporre l’immagine della tela”. Il programma, implementato dal Cnr medesimo, si chiama Meshlab. La sua principale applicazione è nell’ambito beni culturali; la risorsa è stata sviluppata senza alcuna licenza, in maniera open source, aspetto che ha contribuito alla sua diffusione, con oltre un milione di download.
Matteo Dellepiane, ricercatore presso la medesima struttura, commenta:Grazie alla riproduzione in 3D ed all’elaborazione dei dati di Alchemy si sono potute mettere a nudo geometrie pittoriche che erano “coperte” dal colore, anche riproducendole e mappandole su una superficie che rende Alchemy percepibile in modo tattile dai visitatori”.

Gli aspetti fondamentali delle indagini scientifiche per il restauro della tela e l’esperienza tattile dell’opera Alchemy sono stati fruibili all’interno della mostra Alchimia di Jackson Pollock presso la Collezione Guggenheim della quale il capolavoro fa parte. Il dipinto è stato straordinariamente esposto privo della sua teca protettiva, proprio per incrementare la percezione degli aspetti tridimensionali precedentemente menzionati.

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